Occhio alle “bufale”! Agro-pirateria e frodi alimentari

Come accade per altri generi immessi sul mercato mondiale anche i prodotti alimentari sono da sempre soggetti a sofisticazioni e falsificazioni come la falsa identità merceologica, la mistificazione in azienda, l’ingannevole identità geografica o la contraffazione della data di scadenza. I casi di frodi alimentari ormai hanno raggiunto livelli elevatissimi tanto da meritarsi la denominazione di “agro-pirateria”, identificando così la contraffazione di un prodotto alimentare che si attua sfruttandone la notorietà e la reputazione, imitando nomi, marchi, aspetto e caratteristiche. In un contesto come questo diventa sempre più complesso e difficile, da un lato tutelare il consumatore, e dall’altro anche l’immagine e l’economia di certi prodotti.

Si capisce come questo tipo di problematica esula di gran lunga dal semplice rispetto del metodo HACCP, del manuale HACCP e di quello che viene insegnato nei corsi per l’HACCP, questo infatti rappresenta una problematica di più ampio respiro in cui le parti in gioco sono molteplici, compresi i consumatori stessi. Questi infatti, nonostante siano tra le parti lese di questo sistema fraudolento, possono però essere a loro volta parte attiva e concreta nel sistema di sorveglianza e notifica di anomalie, con il fine ultimo quindi di “smascherare” quanto più possibile situazioni illecite. In questo, il Corpo Forestale dello Stato (Ispettorato Generale) ci viene in aiuto elaborando e divulgando il “Decalogo: come difendersi dalle agro-piraterie” dove vengono riportati in modo chiaro e conciso cosa andare a valutare e come comportarsi quando ci si trova a scegliere un prodotto piuttosto che un altro. Il Decalogo si propone come documento destinato agli “addetti ai servizi” (produttori, commercianti, distributori, ecc.) ma anche al singolo consumatore con consigli semplici ma efficaci.

Il primo punto riguarda le etichette dei prodotti: leggerle attentamente è il primo consiglio per avere tutte le informazioni necessarie su un certo prodotto. Controllare la denominazione di vendita, il luogo di produzione, la lista degli ingredienti, la data di scadenza e le indicazioni d’uso di quel prodotto ci rende consapevoli e attenti. Successivamente si pone l’attenzione sulla provenienza del cibo, ricordando che l’indicazione dei luoghi geografici in etichetta è consentita solo per i prodotti DOP o IGP; e sulla conoscenza delle regole e dei processi di produzione degli alimenti. E’ bene inoltre porre attenzione al rapporto qualità/prezzo essendo ben coscienti che un prodotto maggiormente controllato, come può essere un prodotto biologico o DOP costerà di più, o allo stesso modo che ad un prodotto venduto a prezzo basso corrisponderà, con buona probabilità, una bassa qualità. Il decalogo poi prosegue con ulteriori consigli: non farsi ingannare dai “claims” in etichetta; conoscere bene le differenze che intercorrono tra prodotti diversi ma che appartengono alla stessa categoria merceologica; essere consapevoli che la dicitura Made in Italy , in ambito alimentare, può non riferirsi alle materie prime usate.

Il testo conclude con utili consigli ai consumatori ma soprattutto con l’esortazione a segnalare sempre agli organi di controllo eventuali anomalie. Per ogni segnalazione d’illecito ma anche per avere informazioni in tema di sicurezza agroalimentare si esorta, infatti, a contattare il Corpo Forestale dello Stato contattando il numero di emergenza ambientale 1515. L’ottica di fondo è quella di responsabilizzare ed esortare i cittadini stessi, non solo quelli che lavorano lungo la filiera agroalimentare ma anche il singolo consumatore, ad essere parte attiva nella tutela di noi stessi, dei prodotti alimentari e, in larga scala, dell’intero mercato alimentare.

Dott.ssa Federica Tavassi
Roma, 04 maggio 2014
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare

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