Quando gli infestanti diventano una vera e propria problematica sanitaria

foto

Gli infestanti in generale per il settore alimentare rappresentano una notevole fonte di guai in quanto creano danni sia a livello economico che sanitario visto che possono essere veicoli o vettori di agenti patogeni che causano infezioni e malattie. Il problema è talmente di rilievo che è bene che in ogni azienda del settore alimentare venga approfondito nella giusta maniera, il che solitamente si traduce in un efficace piano di lotta agli infestanti. All’interno del manuale dell’autocontrollo infatti il controllo degli infestanti va di diritto a posizionarsi tra le Procedure Operative Standard (SOP) che sono essenziali e fondamentali per la buona riuscita del sistema dell’HACCP.

Tra gli infestanti più comuni si ritrovano insetti, roditori, uccelli ma anche pipistrelli, rettili ed anfibi e l’infestazione stessa sarà diversa in base al tipo di infestante e alle sue abitudini alimentari. In generale l’infestazione può riguardare le derrate alimentari in maniera diretta se l’infestante è in grado di insediarsi e proliferare nelle derrate stesse, determinando un danneggiamento grave e permanente dell’alimento; oppure può verificarsi una infestazione occasionale se non c’è una colonizzazione diretta delle derrate alimentari ma piuttosto dei locali dove essi sono immagazzinati o lavorati.

La lotta agli infestanti in azienda si compone di interventi a diversi livelli: a livello preventivo devono essere messe in atto delle misure preventive comportamentali e strutturali per evitare l’insorgere di possibili contaminazioni; nel tempo è necessario, poi, effettuare il corretto monitoraggio per valutare se le misure preventive adottate hanno avuto successo o no; in caso negativo, si passa all’intervento di una ditta specializzata esterna che effettuerà l’opportuna derattizzazione o disinfestazione (a seconda del tipo di infestante) per riportare la situazione nei parametri di salubrità previsti.

In generale è sempre consigliato un approccio integrato piuttosto che la singola disinfestazione/derattizzazione in caso di necessità. Questo perché queste pratiche sono estremamente efficaci sul momento e per il periodo seguente ma, in assenza di un piano prestabilito di azioni da mantenere nel tempo, perdono la loro efficacia. E’ un concetto, questo, applicabile non solo alle aziende che operano nel settore alimentare ma a tutte le realtà, comprese le intere città, che spesso si trovano a dover affrontare colonizzazioni da parte di animali sinantropici. Per definizione questo tipo di animali sono quelli in grado di vivere e proliferare in habitat comuni agli uomini, senza alcun vincolo di dipendenza con questi, e che, nel momento in cui danno luogo a fenomeni di contaminazione, vanno a rappresentare una problematica di carattere igienico-sanitaria non da poco. Gli animali principalmente coinvolti in queste situazioni sono zecche, zanzare, scarafaggi, topi, colombi, gabbiani, ecc.

foto Per rendere più chiaro quale potrebbe essere un iter da seguire prendiamo a titolo d’esempio il caso della Zanzara Tigre, anche se la materia è estremamente vasta e la trattazione qui riportata non vuole e non può essere totalmente esaustiva. La Zanzara Tigre (Aedes albopictus), negli ultimi anni, è diventata uno tra gli infestanti di maggior rilievo proprio per la sua capacità di adattarsi facilmente all’habitat urbano e per l’attività ectoparassitaria verso l’uomo (e non solo), rappresentando cosi un potenziale vettore di patogeni. Negli ultimi anni infatti nei centri urbani si sono venute a creare le condizione favorevoli per una vera e propria esplosione demografica di questi animali che ha portato ad attuare piani di monitoraggio, controllo ed intervento in modo da poter stimare gli eventuali rischi per l’uomo. Gli approcci per il contenimento di questo veloce espansione sono principalmente la riduzione dei focolai larvali, che rappresenta una vera e propria azione preventiva e che, per questo, va condotta tutto l’anno; e gli interventi di disinfestazione con insetticidi di sintesi che vanno a integrare e completare l’opera di prevenzione. Essendo questa una “problematica cittadina”, più che semplicemente aziendale, sarà necessaria una corretta informazione e la cooperazione di tutti per arginarla. Dette misure ed eventuali ordinanze, quindi, saranno rivolte alla cittadinanza; alle aziende e a tutti gli altri tipi di imprenditori in modo da limitare e ridurre il più possibile tutte le situazioni che danno luogo ai focolai come ad esempio i contenitori domestici o industriali, i rottami, i materiali non più utilizzati che, se non gestiti correttamente, possano raccogliere e mantenere ristagni d’acqua essenziali per l’instaurazione di focolai. Torna quindi anche in questo caso l’importanza dell’integrazione dei sistemi per una più efficace risoluzione del problema.

Dott.ssa Federica Tavassi
Roma 23 dicembre 2014
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare

Scarica l'Articolo in formato *.pdf

Alcuni dei nostri clienti

La realizzazione e la promozione online di questo sito sono state curate da TECNASOFT - 2018